Alberto Rosselli - ISLAM NAZISMO FASCISMO - Edizioni Solfanelli, 2010 - pagg. 128, euro 10,00



Storia di un’intesa ideologica e strategica che avrebbe potuto modificare l’assetto geopolitico mediorientale ed euroasiatico


Prefazione di Marco Cimmino


La storia degli intensi e complessi rapporti che, tra il 1933 e il 1945, intercorsero tra il Gran Muftì di Gerusalemme, Hajji Muhammad Amin al-Husayni, capo spirituale dei musulmani palestinesi, i movimenti panislamici, panarabi e nazionalisti sorti negli anni Trenta in Africa Settentrionale e in Medioriente e la Germania nazista e l’Italia fascista, rappresenta una delle vicende a sfondo diplomatico, politico-religioso e ideologico più interessanti e meno note di quegli anni. I motivi che spinsero la più venerata, seppure discussa e chiacchierata, personalità religiosa del Medio Oriente e i movimenti nazionalisti nordafricani e mediorientali ad unire i propri destini a quelli del dittatore tedesco e — anche se con modalità e risultati diversi — a quelli di Mussolini suscitano infatti un’indubbia curiosità, aprendo le porte ad un dibattito che, nell’attuale contesto geopolitico ed economico internazionale caratterizzato dalla recrudescenza dell’estremismo islamico antisionista e antioccidentale, assume una valenza ancora maggiore e specifica, fornendo utili elementi di chiarificazione.


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P. Giacobbe Elia (a cura di) - LE PREGHIERE DELLA TRADIZIONE CRISTIANA - Fede e Cultura 2009 - pagg. 504, euro 20,00

Prefazione del Card. Angelo Comastri

Presentiamo un libro che raccoglie le più belle preghiere della millenaria tradizione della Chiesa.

Il criterio che ha guidato l’autore in questa suggestiva collezione è quello di stimolare nel credente l’intelligenza della fede.

Molte delle preghiere proposte sono perciò quelle care alla liturgia, perché meglio rispondono al noto principio Lex orandi, lex credendi.

Le altre, per lo stesso motivo, sono quelle scritte dai santi e dai dottori della Chiesa.

Questo suggestivo libro di preghiere antiche e moderne dei più influenti mistici e santi della spiritualità cristiana d’Occidente e d’Oriente raccoglie le più belle orazioni, inni, intercessioni, salmi, cantici e devozioni che nutrono l’anima di chi vuole vivere la vita dello Spirito, in intimo colloquio con Dio. Sono state scelte pensando ai vari momenti che scandiscono la vita dell’uomo, che anela ad estinguere la sua sete di infinito attraverso un dialogo sincero, continuo e sapiente di amore, di carità e di fiducia con il Dio vivente.

La preghiera è il mezzo che ci porta alla contemplazione di Dio; che ci abitua a stare alla Sua presenza in intima comunione, ad aprirgli il nostro cuore, a partecipargli le nostre preoccupazioni più segrete, i tormenti, i desideri e a sentire la Sua voce che illumina e riscalda lo spirito.

La preghiera è l’energia della vita che ci plasma e ci fa superare ogni difficoltà, mentre ci fa crescere nell’amore della volontà di Dio, come membra vive del Corpo di Cristo.

La preghiera è la scuola dove noi apprendiamo e accettiamo la logica di Dio rivelataci nella Croce.


Nota Breve


Dal primo esorcista, dopo il venerato P. Candido Amantini, le preghiere per diventare santi e liberarsi dal maligno.



L'Autore


Padre Giacobbe Elia (1956), superiore della Fraternità Missionaria Mariana, medico, specializzato in teologia dogmatica, esperto di bioetica, esorcista. Ha all’attivo numerose pubblicazioni fra cui la curatela di “La caduta del diavolo” di Anselmo D’Aosta (ed. Bompiani 2006).


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Cesare Davide Cavoni, Renzo Puccetti - IL PAPA HA RAGIONE! L'AIDS NON SI FERMA CON IL CONDOM - Fede e Cultura, 2009 - pagg. 96, euro 9,50


prefazione di Francesco Agnoli


In questo agile volume viene ricostruito, in maniera puntigliosa e inequivocabile, l'ennesimo caso di disinformazione che nel marzo del 2009, nel corso del suo primo viaggio in Africa, ha coinvolto Benedetto XVI. Al centro delle polemiche il condom e l'Aids. Nella prima parte la ricostruzione della cronaca di come e perché le parole del Papa sono state prima inascoltate e poi travisate. Nella seconda parte, gli studi scientifici che attraverso i dati pubblicati nella letteratura medica internazionale mostrano che il profilattico non solo non è la soluzione dei mali del continente africano, ma addirittura che la distribuzione a pioggia di preservativi porta a condotte che aggravano ancora di più il problema.


Gli Autori


Cesare Davide Cavoni, nato a Milano nel 1962 è giornalista professionista presso TV2000. Laureato in Letterature Comparate alla Sapienza di Roma ha conseguito il master in Bioetica presso l’Istituto Giovanni Paolo II dell’Università Lateranense ed è perfezionato in Bioetica presso Università Cattolica del Sacro Cuore Roma dove svolge il dottorato di ricerca in Bioetica. È docente di Bioetica e Mass media per i corsi di perfezionamento in Bioetica dell’università UCSC di Roma e Campobasso. Tra le sue pubblicazioni: La vera storia della pillola abortiva RU486 (Cantagalli), Eutanasia e medicina (UTET).

Renzo Puccetti, nato a Pisa nel 1965, specialista in medicina Interna, Master in bioetica e formazione, referente per l'area bioetica della società medico-scientifica interdisciplinare Promed Galileo, Membro della Research Unit della European Medical Association, Socio fondatore dell'Associazione Scienza & Vita, collabora con l'agenzia internazionale di notizie Zenit.


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Camillo Langone - MANIFESTO DELLA DESTRA DIVINA - Editore Vallecchi, 2009 - pagg.168, euro 12,00


Una destra divinamente chic.

La tradizione come risposta alle battute di Giorgio Gaber


di Piero Vassallo



Strumenti utili all’educazione dei popoli all’onestà di vita, che costituisce il fine ultimo dell’azione politica, non sono i testi teologici e filosofici accessibili soltanto agli studiosi, ma i discorsi retorici, che incidono sull’animo umano, infiammandolo e mettendolo in condizione di adeguare l’agire alla verità.

Insorgendo contro il razionalismo cartesiano, Giambattista Vico elaborò una ratio studiorum intesa alla formazione di educatori e politici capaci di indirizzare i sudditi al bene mediante l’uso religioso dell’eloquenza.

Sant’Alfonso de’ Liguori, il quale, prima di diventare grande educatore, fu studente nell’università di Napoli dove Vico insegnava, fu luminoso interprete della retorica intesa come reazione al razionalismo dilagante nel XVIII secolo. Reazione che seppe far scendere (senza tradirla) la teologia in un discorso accessibile anche agli analfabeti.

Non avrebbe pertanto senso contestare il tentativo di volgere il pensiero tradizionale in un discorso retorico, comprensibile e godibile dalle masse giovanili, oggi frastornate dai rumori del pensiero debole e incantate dalle distrazioni della cultura di massa.

Giustificata è invece la critica della cultura di destra agitata dalla frenesia dell’et … et e perciò intesa – qualunquisticamente - all’accatto di pensieri, figure e immagini estranee alla sua autentica tradizione.

Esempio di tale tendenza è la solenne litania di antitesi stereotipate, proposta da Camillo Langone nel “Manifesto della destra divina”, edito in questio giorni dalla fiorentina Vallecchi.

La destra divina, di Langone, è frutto del tentativo oggettivamente umoristico di dare una risposta seria alla scherzosa domanda di Giorgio Gaber “che cosa è la destra?”.

Sciorina, infatti, una paradossale sequenza di sfide - caccia versus animalismo, bicicletta versus aereo, gonna versus pantalone, tabarro versus Zara ecc. – che appiattiscono la tradizione sul pensiero da palcoscenico, a suo tempo proposto dai neodestri.

Fonte di tale allineamento all’avanspettacolo sincretista è il progetto di un’avanguardia disorientata, che depone la propria identità per impegnarsi nella cattura e nell’emulsione di autori lontani e incompatibili: l’effervescente Mishima e il pensoso Del Noce, il progressista Gramsci e il decadente Pessoa, il barzellettiere colombiano Gómez Dávila e San Josemaria Escrivá de Balaguer, il furente Pasolini e Dante Alighieri, per citare solo alcuni degli autori affastellati nel surreale elenco proposto da Langone.

Sia detto per inciso: il comunista Antonio Gramsci è catturato da intellettuali di destra dimentichi (o ignari) della vicenda eroica di Mario Gramsci, una storia che appartiene alla migliore destra del Novecento.

Il risultato di tali acrobazie e di tali oblii (Langone dimentica o censura tutti i pensatori che hanno illustrato e nobilitato la cultura della destra postfascista: Balbino Giuliano, Giorgio Del Vecchio, Armando Carlini, Michele Federico Sciacca, Marino Gentile, Nicola Petruzzellis, Ettore Paratore, Ernesto De Marzio, Nino Tripodi, Giovanni Volpe, Francesco Grisi, Attilio Mordini, Ennio Innocenti, Fausto Gianfranceschi, Fausto Belfiori, Primo Siena, Giano Accame, Silvio Vitale, Giovanni Torti, Roberto De Mattei, Tommaso Romano ecc.) è il deragliamento del progetto di stupire e scandalizzare in una ridicola contaminazione, degna di essere collocata nella bacheca confusionaria del club “fare futuro”.


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Francesco Mario Agnoli - ANTIGONE, CONTRO LA DEMOCRAZIA ZAPATERA - Edizioni Solfanelli, 2009


Antigone, che invoca contro Creonte tiranno di Tebe le “non scritte ed incrollabili leggi dei Celesti, che eterne vivono e niuno conosce il dì che nacquero”, è il simbolo di tutti i popoli, della gente comune ostinata a credere nell’esistenza del diritto naturale, di un immutabile ordine superiore, metro di misura del giusto e dell’ingiusto. Analogamente Creonte, che le vieta di dare sepoltura al fratello, perché caduto combattendo contro la patria, rappresenta la lunga schiera dei tiranni che, come lui, pretendono di “qualsiasi legge imporre sui morti e sopra noi pur vivi”.
Oggi però di fronte ad Antigone si erge, ben più pericolosa di tutti i despoti che l’hanno preceduta, la più recente incarnazione della democrazia (definita dall’autore “zapatera” dal nome del suo maggior rappresentante politico attualmente in carica), quella democrazia che, inquinata dal relativismo etico, pretende di attribuire valore universale al proprio meccanismo maggioritario e di far coincidere la giustizia con la mutevole volontà della maggioranza secondo lo slogan zapateriano “in una democrazia giusto è quanto la maggioranza rende tale”.



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Emilio Biagini – IL SEME SEPOLTO, LA FOLLIA DELLA VERITA’ - Fede e Cultura, 2009. - pagg. 375, euro 15,00


di Piero Vassallo


Dotato di una preziosa e ben coltivata vena letteraria, qualità che gli è perfino riconosciuta dagli ostili redattori dell’Espresso, Emilio Biagini sta affermandosi quale esponente della letteratura cattolica scorretta e perciò decisa ad iniziare una vigorosa controffensiva. Da tale ispirazione, sagacemente sostenuta da faticosi esercizi hanno origine le esilaranti commedie, che hanno riscosso l’applauso entusiastico del pubblico radunato nel genovese Teatro della Gioventù.

Nel volume edito dalla case editrice di Giovanni Zenone, Biagini propone quattro commedie irriverenti, ricche di irresistibili spunti umoristici. In scena è la confutazione irridente delle leggende, che il partito dell’accanimento ideologico impone ai consumatori dell’esausto pensiero laico e progressista.

La prima commedia, “Chi si fida degli scienziati”, si fa beffe dello scientismo in guerra contro la scienza e contro la metafisica.

La seconda commedia, “Lo strano caso del dottor Martin”, rappresenta l’escursione della risata (autenticamente) ecumenica intorno ai sofismi che hanno nutrito il delirio teologico rimbalzante dal germanico dottor Martin Lutero al britannico re Enrico VIII.

Nella terza commedia, “Camillo il mago del cavillo”, è messo in scena un Cavour ipocrita e scivoloso, che si sdilinquisce in dichiarazioni di filiale rispetto per la Santa Madre Chiesa, mentre tenta di abbassare Gesù Cristo alla misura di un qualunque saggio.

La quarta e ultima commedia, “La lista del giudice Vaevictis”, apre una breccia nel muro mitologico che liquida – gridando l’insulto “fascista!” – qualunque tentativo di gettare la luce indiscreta della verità sulle criminose ideologie assolte dalla vittoria conseguita nel Novecento sulla criminosa mitologia germanica.

Questo libro di Biagini è scritto per nutrire con la risata le ragioni dei lettori che rigettano i vaselinosi argomenti del pensiero unico.



L'Autore

Emilio Biagini (Genova, 1941) è ordinario della cattedra di Geografia all’Università di Cagliari ed autore di una dozzina di volumi di saggistica e ricerca, oltre ad un centinaio di articoli scientifici. Ha tre lauree: Scienze Naturali, Biologia e Geografia, conseguite presso l’Università di Genova; parla inglese, tedesco, francese, nederlandese e afrikaans. Ha trascorso lunghi periodi di studio negli Stati Uniti (borsa Fulbright), in India, nel Sud Africa (borsa del Ministero degli Esteri), in Gran Bretagna (borsa dell’Accademia dei Lincei) e in Irlanda. Ha diretto il gruppo di studio “Conflitto e globalizzazione”, dell’Associazione Geografi Italiani: in tale veste ha studiato sul terreno le violenze no-global a Genova del 2001. Ha vinto il Premio Colamonico per la ricerca geografica e il premio dell’Accademia dei Lincei per la ricerca socio-economica. È stato Visiting Fellow all’Università di Southampton, nonché Visiting Professor e Hatfield College Fellow all’Università di Durham. Da poco ha cominciato a pescare nella montagna di inediti letterari ed ha pubblicato due romanzi (La luce, 2006; Labirinto oscuro, 2008), un volume di racconti (L’uomo in ascolto, 2008) e un volume di pièces teatrali satiriche (Saccenti ed altri serpenti, 2008). Ulteriori notizie sul sito www.itrigotti.it.



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A cura di don Claudio Crescimanno - ORDO MISSAE CELEBRANDAE pro Anno Domini 2010 – Fede e Cultura 2009 - pagg. 85, euro 10,00


L’Ordo Missae celebrandae 2010 è l’opera che riporta nel dettaglio tutto il calendario liturgico dell’anno. Perfettamente conforme alle disposizioni del motu proprio Summorum Pontificum, l’Ordo Missae celebrandae, curato da don Claudio Crescimanno, rappresenta un sussidio indispensabile per tutte le chiese in cui si celebra la S. Messa tradizionale. L’opera, oltre a un’ampia sezione introduttiva con tabelle, schemi e documenti, comprende il direttorio liturgico completo per l’anno 2010, con istruzioni precise e dettagliate, giorno per giorno, sulla celebrazione della santa Messa e delle funzioni ad essa correlate, e un’appendice con le preghiere da recitarsi, secondo le rubriche, in alcuni giorni dell’anno liturgico.


Il curatore

Don Claudio Crescimanno è nato a Modena il 25 agosto 1967. Ha studiato filosofia e teologia a Tortona (Al) e a Roma, e ha frequentato i corsi di licenza in sacra teologia preso lo Studio Teologico Accademico Bolognese dei padri Domenicani. È stato ordinato sacerdote nel 1994. Ha collaborato alla stesura dei volumi: ‘Olocausto: chi ha paura della verità?’, Lux Veritatis, 2002; ‘Risorgimento: chi ha paura della verità?’, Lux Veritatis, 2003; ‘Eucaristia. La verità della dottrina cattolica’, I Quaderni del Timone, 2006, 2 ed.; ‘La credibilità storica dei Vangeli’, I Quaderni del Timone, 2009.



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Lorenzo Rossetti - Evagrio Pontico - ANTIRRETICO, Contraddire il diavolo con le parole della Scrittura - Fede e Cultira, 2009 - euro 6,00 pagg.76


La “contraddizione” (in greco antirrhesis) era un concreto ed efficace metodo di combattimento spirituale usato dai Padri per contrastare le insinuazioni e le suggestioni del maligno, attraverso le parole tratte dalla Sacra Scrittura. La versione italiana dell’Antirrhetikos di Evagrio Pontico (†399), rielaborata e semplificata, aiuta a riscoprire questa potente arma spirituale. La trattazione segue la suddivisione degli otto vizi: gola, fornicazione, avarizia, tristezza, ira, accidia, vanagloria e superbia. Avendo così nello sfondo l’antropologia filiale e il quadro delle principali virtù, viene così proposto un armamentario biblico per tutti coloro che vogliono affrontare “il buon combattimento della fede”. Il Signore Gesù continua nei Suoi la lotta contro l’Avversario: chi fosse desideroso di unirsi a Lui, troverà qui un compendio di frasi della Scrittura da “ruminare” e memorizzare per poter controbattere alla tentazione nel momento della prova.



L'Autore


Carlo Lorenzo Rossetti di Valdalbero, della diocesi di Roma, laureato in Storia e Filosofia e Diplomato all’Istituto di Studi Medievali dell’Università cattolica di Lovanio (Belgio), Licenziato e Dottore in Teologia alla Gregoriana di Roma. Già docente presso l’Università Lateranense, è attualmente in Albania dove, insieme alla missione pastorale, insegna teologia e dirige il Seminario missionario “Redemptoris Mater”.


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Raffaele Ragni - LA MILIZIA DELL'ARCANGELO, presentazione di Roberto De Mattei - Edizioni Solfanelli, 2009


di Piero Vassallo



Frutto dell’infedeltà al magistero cattolico e ai dogmi confermati dal Vaticano II, lo spirito del concilio ha propagato il buonismo, idea di bontà contraffatta e lanciata da teologi spericolati verso il lassismo, il relativismo e l’ignavia “de li angeli che non furon ribelli / né fur fedeli a Dio” (Inf, III, 37-38).

Di qui l’attualità della riflessione di Raffaele Ragni su San Michele Arcangelo, creatura fiammante di carità e perciò degna di amministrare la giustizia indefettibile di Dio.

Raffaele Ragni, autore del saggio “La milizia dell’Arcangelo”, pubblicato in questi giorni da Solfanelli in Chieti, è un giovane e brillante studioso di scienze religiose, che professa una fede senza cedimenti alle sterili mode di passaggio sulla scena del giornalismo teologico.

Roberto De Mattei, autore di una puntuale introduzione al testo, sostiene che Ragni “ci introduce, con una vasta conoscenza delle fonti teologiche, letterarie e iconografiche, nel mistero angelico, che può aiutarci a meglio comprendere ed affrontare le grandi sfide dei nostri tempi”.

La contemplazione del mistero angelico fa scendere la perfetta luce della sapienza cristiana sulla creazione di un mondo – questo mondo - diverso dal migliore dei mondi possibili, che ispira le desolanti elucubrazioni dei sofisti e inquina l’immaginazione del debolismo teologizzante.

I buoni spiriti, rammenta infatti l’autore, rafforzano la percezione di Dio e la coscienza della sua presenza. Aiutano il senso comune a conoscere la bellezza e l’armonia del creato, ispirano alla fantasia immagini rassicuranti … sostengono la memoria nel richiamare le esperienze positive della nostra vita”.

Ragni confuta inoltre le mitologie – attualizzate da romanzieri esoterici e da cinematografari avventurosi – intorno alla tenebrosa divinità di Lucifero e ristabilisce la verità: “Lucifero è un angelo decaduto. Non è un dio malefico, come quelli che figurano nella religioni politeiste”.

Opportuna è infine le messa a punto di Ragni, sui confini dell’ecumenismo ebraicizzante. Gli affreschi del duomo di Marcianise, che rappresentano Melchisedek figura del Redentore, rivelano, infatti la preesistenza di Cristo rispetto ad Abramo: “con la nuova alleanza, soltanto chi crede nel Figlio di Dio e segue i suoi comandamenti è libero dalla schiavitù del peccato ed ottiene la salvezza eterna. La discendenza razziale da Abramo, pertanto, non determina alcun privilegio”.


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Alberto Rosselli - IL MOVIMENTO PANTURANICO E LA GRANDE TURCHIA - Edizioni Settimo Sigillo, 2007 - pagg.132, euro 15,00


UN LIBRO DI ALBERTO ROSSELLI INDAGA ‘l’ASIA DI MEZZO’


di Marco Cimmino


Nel libro di Alberto Rosselli, giornalista e storico genovese, “Il Movimento Panturanico e la Grande Turchia, tra mito, storia e attualità” (Edizioni Settimo Sigillo, Roma), come d’altra parte negli altri due precedenti (“Sulla Turchia e l’Europa” e “L’olocausto Armeno”) facenti parte del trittico ‘turcomanno’, non c’è spazio per il pettegolezzo protocollare, tanto caro a certa storiografia d’accatto. Alberto Rosselli scrive infatti di storia perché l’anima dello storico ce l’ha dentro; ed è in lui impellente il bisogno di chiarezza, sua in primis e, per conseguenza, dei lettori. “Il Movimento Panturanico e la Grande Turchia, tra mito, storia e attualità” è infatti un libro - come sempre parlando di quelli rosselliani - di grande nitore e completezza. Trattasi di un testo essenziale, di quelli che, una volta letti, viene da dire: strano non averci mai fatto caso. Esso scende, per così dire, alle radici di quel vasto fenomeno etnico, politico ed economico, che sta pervadendo i nostri tempi, e che, purtroppo, ci ha preso un po’ alla sprovvista, cioè il ‘fenomeno’ dell’Asia di Mezzo. Questa immensa regione, troppo lontana per avere avuto accesso all’interno delle ellittiche orbite mediterranee, ma anche troppo vicina per profumare d’Oriente salgariano. Questa realtà geografica, storica e culturale che ai nostri giorni si è trasformata in un enigma politico dei più pressanti, coinvolgendo e condizionando gli interessi espansionistici di Russia, Cina, Stati Uniti e Turchia. L’Asia Centrale, questo variegato mondo turcofono che ci rammenta la “Via della seta”, abitato da gente orgogliosa della propria identità, capace di raffinatezze elaboratissime ma anche di crudeltà primitive, è la materia di una dottrina e di un’ideologia, il Panturanismo, che, con il Panturchismo, rappresentò - e pare stia tornando a rappresentare – il sogno revanchista del vasto e transnazionale ‘popolo turanico’. Turchia, Azerbaigian, Kazakistan, Kirghizistan, Uzbekistan e Turkmenistan sono i paesi che fanno parte di questo immenso contenitore etnico-linguistico destinato, sembra, a giocare un nuovo importante ruolo strategico, soprattutto economico e militare. Con questa sua ardua opera, Alberto Rosselli ha dunque voluto indagare questa ampia, ma assai poco conosciuta area del mondo, legata da un filo sottile, ma robusto ed antico, ad Ankara. E ne ha tratto un saggio storico e geopolitico che propende, tuttavia, anche verso l’analisi antropologica e filosofica. Esso permette infatti al lettore di comprendere le complesse radici e il significato profondo del ‘nazionalismo’ turco e le mai interrotte connessioni religiose, culturali e linguistiche esistenti tra il popolo anatolico e le genti dell’’Asia di mezzo’.


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